Cronaca

120 agenti impegnati in una maxi operazione, 29 indagati e 15 arresti

Guardia di Finanza

La Guardia di Finanza di Catania ha smantellato una presunta organizzazione criminale impegnata nella somministrazione fraudolenta di manodopera e frodi fiscali, nell’ambito dell’operazione “Dentro o Fuori”. Quindici persone sono state raggiunte da misure cautelari emesse dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania. Le ordinanze comprendono la custodia cautelare in carcere per due promotori, arresti domiciliari per quattro complici e interdizioni di incarichi direttivi per altri nove soggetti. Altri 14 individui sono sottoposti a indagine per il loro presunto coinvolgimento.

L’inchiesta, condotta dai finanzieri catanesi in collaborazione con numerosi comandi provinciali, ha portato inoltre al sequestro preventivo di 28 società e di beni per un totale di oltre 8 milioni di euro. Le indagini, avviate tramite intercettazioni e accertamenti bancari, hanno permesso di identificare una struttura criminale che, attraverso consorzi e società apparentemente operative in appalti di servizi, avrebbe somministrato illegalmente manodopera a diverse imprese clienti, soprattutto nei settori turistico e alberghiero in Sicilia, Calabria e Lazio.

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Il sistema descritto prevede la creazione di consorzi e società consorziate, con sedi legali in città come Roma e Firenze, rappresentate formalmente da prestanome spesso privi di risorse o competenze. Questi enti, privi di mezzi o di vera operatività, avrebbero assunto numerosi lavoratori, successivamente messi a disposizione delle aziende clienti attraverso falsi contratti di appalto. I lavoratori, seppur formalmente impiegati nelle società consorziate, continuavano a svolgere le proprie mansioni per le aziende originarie, senza alcuna modifica delle condizioni di lavoro.

Secondo quanto emerso, questo meccanismo garantiva alle società clienti significativi vantaggi economici, permettendo loro di ridurre i costi del lavoro, alleggerire gli oneri previdenziali e detrarre l’IVA su fatture inesistenti. Dall’altro lato, i promotori del sistema avrebbero accumulato ingenti profitti grazie alla compensazione indebita di crediti IVA inesistenti, generati da operazioni simulate e utilizzati per dichiarare regolarità contributiva e ottenere i modelli DURC per conto delle consorziate.

Il fulcro decisionale dell’intero sistema fraudolento si troverebbe a Catania, presso lo studio di un commercialista e del suo collaboratore. Pur non figurando ufficialmente come responsabili, avrebbero gestito l’organizzazione, coadiuvati da numerosi collaboratori locali e interregionali, con competenze specifiche nella gestione dei rapporti con i clienti e nell’amministrazione delle società consorziate. Tra questi, alcuni soggetti provenienti da Cosenza e Catanzaro avrebbero operato come intermediari per il reperimento di nuovi clienti e gestione della rete commerciale.

Le attività investigative, supervisionate dal Nucleo PEF di Catania, hanno evidenziato un quadro indiziario che ha portato il GIP a disporre la misura cautelare in carcere per i due principali indagati, già noti per precedenti in ambito fiscale. Sono state effettuate perquisizioni locali e informatiche per acquisire ulteriori prove, con particolare attenzione ai rappresentanti delle aziende clienti, sospettati di aver beneficiato della somministrazione illecita di manodopera e di aver ottenuto vantaggi amministrativi dalla frode.

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