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ANCE  Sicilia chiede l’integrazione dell’Alta Velocità Palermo-Catania-Messina

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Integrazione richiesta dalla Regione Sicilia per la tratta ad Alta Velocità Palermo-Catania-Messina.

Il governo regionale della Sicilia ha presentato una richiesta di integrazione al ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, per il progetto della tratta ad Alta Velocità Palermo-Catania-Messina. Secondo l’assessore regionale alle Infrastrutture, Alessandro Aricò, la linea attuale non può essere considerata effettivamente ad Alta Capacità, poiché non tutti i tratti consentono una velocità di 200 km/h. Pertanto, la richiesta mira a garantire che l’intera tratta sia adeguatamente progettata per supportare una capacità elevata, al fine di permettere ai siciliani di superare l’isolamento e raggiungere il Ponte sullo Stretto e il resto dell’Italia il più velocemente possibile.

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Durante un incontro presso la sede di Ance Sicilia, Aricò ha sottolineato che il progetto prevede la costruzione di una nuova linea accanto a quella preesistente, che sarà ristrutturata ma non potrà supportare la velocità desiderata. Inoltre, le sagome delle gallerie attuali consentiranno solo una velocità massima di 120 km/h, richiedendo quindi tempi di percorrenza più lunghi. L’assessore ha evidenziato che investendo solo alcune centinaia di milioni di euro in più per adeguare le gallerie, rispetto ai 11,5 miliardi totali già stanziati, si potrebbero risparmiare complessivamente 40 minuti di viaggio sull’intera linea. Aricò ha dichiarato che raggiungere Catania in 80 minuti sarebbe comunque un miglioramento rispetto ai 120 minuti attuali.

La richiesta di integrazione presentata dalla Regione Sicilia al ministro Salvini ha ricevuto il sostegno di Ance Sicilia e del ministro Raffaele Fitto, che ha chiesto l’assegnazione di 10 miliardi di euro per le infrastrutture strategiche siciliane. L’obiettivo è completare i lavori già avviati sulla tratta Palermo-Catania-Messina e sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto, per garantire che l’intera Isola possa beneficiare di un collegamento efficiente.

Oltre alla questione dell’alta velocità, l’assessore Aricò ha anche annunciato che la Regione sta lavorando per recepire entro il 30 giugno la Riforma degli appalti, che entrerà in vigore l’1 luglio. Un testo di legge di recepimento del Nuovo Codice degli appalti è già stato preparato in collaborazione con il Dipartimento regionale Tecnico e sarà sottoposto alla Giunta regionale. Saranno quindi organizzati incontri con le associazioni di categoria e i sindacati per discutere del contenuto del testo e ottenere un risultato migliore rispetto alle versioni adottate da altre Regioni.

Nel frattempo, presso la sede di Ance Sicilia, si è tenuta una riunione della Commissione referente Opere pubbliche dell’Ance nazionale.

Durante l’incontro, presieduto dal vicepresidente nazionale Luigi Schiavo, sono stati esaminati vari aspetti legati al nuovo Codice degli appalti. In particolare, si è evidenziato che il mandato triennale della terna responsabile della Struttura del Commissario unico per la depurazione è scaduto il 10 maggio. Questa struttura è responsabile di circa 100 interventi, che ammontano a un costo di oltre 3 miliardi di euro, di cui 67 sono in corso in Sicilia, con un investimento di oltre 2 miliardi di euro.

La mancata nomina di una nuova terna, attraverso un decreto del presidente del Consiglio dei ministri su proposta dei ministri dell’Ambiente e del Sud, mette a rischio la continuazione dei numerosi cantieri in corso e l’avvio delle nuove gare che erano pronte per essere pubblicate. La Commissione ha sottolineato che, se gli avvisi non saranno pubblicati entro il 30 giugno, l’entrata in vigore del nuovo Codice degli appalti richiederà l’adeguamento di tutti i documenti di gara alle nuove norme, rendendo necessario ripartire da zero.

Di conseguenza, la Commissione e Ance Sicilia hanno sollecitato il governo nazionale a nominare al più presto la nuova terna commissariale. In Sicilia, questa situazione mette a rischio ben 16 gare d’appalto, per un valore complessivo di oltre 250 milioni di euro. Tutto ciò avviene mentre l’Italia è sottoposta a procedure di infrazione da parte dell’Unione Europea, principalmente a causa delle carenze nel sistema di depurazione, soprattutto in Sicilia. L’Italia è costretta a pagare una multa di 106.000 euro al giorno a Bruxelles.

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