Asp Trapani, Croce: “Atti dimostrano il mio operato corretto”
Il Direttore generale dell’Asp di Trapani, Ferdinando Croce, ha rilasciato una dichiarazione dopo aver ricevuto notifica dell’avvio del procedimento di decadenza dal proprio incarico, disposto dal Presidente della Regione. La proposta prevede anche la sospensione della sua funzione.
Croce ha affermato di non voler commentare la decisione in questa fase, riservandosi di “compire ogni valutazione in diritto per la tutela della mia immagine, del mio lavoro, della portata delle mie responsabilità”.
Ha evidenziato come, nel corso delle ultime settimane, abbia scelto di affidare agli atti ufficiali il compito di chiarire la sua condotta, che ritiene improntata alla risoluzione di problematiche pregresse. Croce ha richiamato la documentazione prodotta nell’ambito di un’ispezione ancora in corso del Ministero della Salute.
Secondo quanto riportato, al momento della prima segnalazione di criticità nella refertazione, risalente al mese di luglio, egli avrebbe adottato tutte le misure disponibili, garantendo una refertazione entro 20 giorni già nel mese di febbraio. Ha inoltre riferito di aver tempestivamente informato l’Assessorato regionale della Salute, ricevendo però “silenzi e nessun aiuto” fino a quando il caso non ha assunto rilevanza mediatica.
Croce ha espresso amarezza per le ricadute sui pazienti, sottolineando la complessità del contesto sanitario trapanese, caratterizzato da difficoltà organizzative e vicende giudiziarie. Ha affermato di aver agito con “coscienza, onestà e impegno”, e si è detto pronto a rivolgersi alle sedi giudiziarie competenti, “senza spirito di rivalsa”, al fine di fare emergere la verità.
« Qui la dichiarazione integrale »
“Non commento, per ora, la decisione del Presidente della Regione di avviare il procedimento di decadenza dalla carica di Direttore generale dell’Asp di Trapani, che mi è stata da poco notificata con proposta di sospensione. Compirò ogni valutazione in diritto per la tutela della mia immagine, del mio lavoro, della portata delle mie responsabilità. In queste lunghe settimane ho scelto che – al mio posto – parlassero gli atti per dimostrare, come spero ancora accadrà, che io ho agito per risolvere problemi ereditati. Basta guardare gli atti richiesti dal ministero della Salute nell’ambito di una ispezione ancora in corso per verificare che quando a luglio, per la prima volta, mi sono state rapportate le criticità di refertazione ho adottato tutte le misure a mia disposizione, garantendo nel tempo previsto una refertazione entro 20 giorni al mese di febbraio. Ho anche tempestivamente avvisato l’assessorato regionale della salute, ricevendo silenzi e nessun aiuto fintantoché la vicenda non ha assunto rilevanza mediatica. Di questa vicenda resta intatta l’amarezza per la tutela delle persone, per i pazienti. Alla loro sofferenza, in una provincia difficile sotto il profilo della organizzazione sanitaria e travolta da scandali giudiziari, ho cercato di dare in questi primi mesi di lavoro una iniziale risposta con il costante supporto di tutto il personale aziendale. So di aver agito con coscienza, onestà e impegno. Il resto toccherà accertarlo in tutte le competenti sedi giudiziarie, alle quali valuterò di rivolgermi senza spirito di rivalsa, con l’obiettivo unico di fare emergere la verità”.
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