Autonomia Differenziata: Musolino critica la strategia Veneto
La senatrice Dafne Musolino di Italia Viva ha espresso forti critiche nei confronti della gestione dell’autonomia differenziata, definendo la situazione attuale come una “fuga in avanti del Veneto”. Musolino, responsabile PNRR del partito e componente della commissione Affari costituzionali del Senato, ha sottolineato come le liti interne alla maggioranza siano conseguenza di un tentativo disorganico di conciliare autonomia e centralismo, spesso con provvedimenti contraddittori.
“Le liti nella maggioranza sull’autonomia sono il risultato del tentativo raffazzonato di tenere insieme, senza un disegno organico, autonomia e centralismo, con provvedimenti contraddittori. L’ultimo esempio ieri la bocciatura da parte delle regioni del decreto Liste d’attesa. Ed è solo l’inizio: la divisione è strutturale e le tensioni esploderanno”, ha dichiarato Musolino.
In particolare, la senatrice ha evidenziato come la pretesa del Veneto di acquisire competenze senza l’implementazione dei LEP (Livelli Essenziali di Prestazione) stia esacerbando i conflitti all’interno della maggioranza. “La fuga in avanti del Veneto, che rivendica le competenze che non richiedono i Lep, mette a nudo i conflitti all’interno della maggioranza”, ha spiegato.
Musolino ha criticato la norma promossa dal ministro Calderoli, definendola un “pasticcio” che aumenta la burocrazia e crea disparità tra le regioni, senza offrire alcuna opportunità di sviluppo per il Sud. “La norma di Calderoli si dimostra subito per quello che è: un pasticcio che aumenta la burocrazia, creando stati negli stati, e che non dà nessuna opportunità al Sud”, ha affermato.
La senatrice ha inoltre sottolineato che anche alcuni ministri di Fratelli d’Italia, inizialmente favorevoli alle proposte della Lega, stanno ora riconoscendo le problematiche sollevate dai presidenti delle regioni meridionali, che erano stati ignorati. “E se ne stanno rendendo conto anche i ministri di FdI, che si erano sottomessi alla Lega, ignorando le tensioni e gli avvertimenti sollevati dai presidenti delle regioni del Sud, rimasti inascoltati. Sarebbe facile per noi dire: vi avevamo avvertiti”, ha concluso Musolino.
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