Caso Vasi Comunicanti, GIP chiude indagini sulla cardiologia in Sicilia
Con un’ordinanza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del tribunale di Catania, Giuseppina Montuori, si chiude definitivamente una delle inchieste più controverse degli ultimi anni in ambito sanitario siciliano. Il procedimento, denominato “Vasi Comunicanti“, aveva coinvolto i primari di cardiologia Corrado Tamburino del Policlinico di Catania, Antonino Nicosia dell’ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa, Antonio Micari del Policlinico G. Martino di Messina e Marco Contarini dell’Umberto I di Siracusa.
L’ordinanza stabilisce che non esistono elementi per sostenere le accuse di corruzione o condotte illecite. L’indagine ipotizzava un sistema di collusione tra medici di rilievo internazionale e rappresentanti di aziende di dispositivi medici. Tuttavia, le investigazioni supplementari condotte dal Pubblico Ministero Fabio Regolo hanno permesso di verificare che tutte le procedure, comprese le rinegoziazioni dei prezzi, sono state eseguite secondo le normative vigenti, con atti formali e alla presenza di legali e rappresentanti istituzionali.
Tra i professionisti coinvolti, successivamente prosciolti, figurano anche Caterina Maugeri, Pietro Sola, Giancarlo Girlando, Francesco Dottorini e Rosa Vitale. La fase iniziale dell’inchiesta aveva provocato una forte eco mediatica, incidendo negativamente sulla funzionalità del sistema cardiologico regionale, con ripercussioni significative sulle attività operative e sulla fiducia dei cittadini.
Il GIP ha sottolineato come già nei primi giorni successivi all’emissione delle misure cautelari, queste fossero state revocate a seguito della collaborazione degli indagati, che hanno fornito documenti e dichiarazioni ritenuti fondamentali per chiarire le rispettive posizioni. L’ordinanza evidenzia l’assenza di prove a supporto delle ipotesi accusatorie, compresa quella di un presunto sistema organizzato volto a favorire fornitori attraverso sponsorizzazioni di eventi formativi.
La decisione restituisce piena integrità ai medici coinvolti, riconoscendo l’importanza del loro ruolo nella gestione di progetti innovativi e interventi complessi per la sanità siciliana. L’inchiesta, seppur archiviata, mette in luce la necessità di rigore e bilanciamento nelle indagini che toccano figure fondamentali per la salute pubblica.
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