Centri di dialisi in crisi: richiesto incontro urgente
Le associazioni Adip, Ads, Ascea e Arca hanno richiesto un incontro urgente con l’assessore regionale alla Sanità, Giovanna Volo, e il dirigente generale della Pianificazione strategica, Salvatore Iacolino, per discutere della situazione critica che stanno vivendo i Centri di dialisi in Sicilia. Cinque anni fa era stato quasi concluso un accordo tra la Regione siciliana e le associazioni riguardo alla riorganizzazione della rete nefrologica, ma l’iter si è bloccato a causa delle elezioni regionali. Nonostante numerosi incontri avvenuti negli ultimi due anni e mezzo con l’assessorato alla Sanità, non si è arrivati a una soluzione definitiva, con ripetuti rinvii che hanno aggravato la situazione.
Le associazioni, che rappresentano 81 Centri di dialisi nell’Isola, sottolineano l’insostenibilità economica delle loro strutture, aggravata da aumenti minimi ottenuti nel biennio 2023-2024, che hanno deluso le aspettative di una risolutiva trattativa. “Non riusciamo più a coprire i costi base delle nostre strutture”, affermano le associazioni in una nota, denunciando il mancato rispetto degli impegni presi dalla Regione.
In particolare, viene evidenziato che la riunione per la costituzione del tavolo tecnico regionale di nefrologia e dialisi, che avrebbe dovuto affrontare le problematiche economiche e applicare i nuovi Lea, non ha portato ai risultati attesi. Con il 2025 ormai vicino, le associazioni esprimono preoccupazione per i lunghi tempi burocratici necessari all’emanazione di un nuovo decreto.
Secondo Giuseppe Verde, presidente di Ads, il budget destinato ai Centri di dialisi è stato ulteriormente ridotto nel 2023, quando l’assessorato alla Sanità ha destinato 7 milioni di euro ai laboratori di analisi, sottraendoli ai Centri di dialisi, ai quali è stata concessa solo una premialità del 3%, pari a circa 2 milioni di euro da dividere tra tutti gli 81 Centri per il biennio 2023-2024.
Le associazioni chiedono, tra l’altro, la liberalizzazione dell’emodialisi e il riconoscimento di esami e terapie non rimborsati, come i prelievi e le terapie rifunzionali, che invece sono gratuiti negli ospedali. “Svolgiamo un servizio pubblico essenziale, specialmente in aree della Sicilia dove la sanità pubblica è carente”, ha aggiunto Verde, ricordando che i Centri assistono attualmente circa 4.000 pazienti e rappresentano un riferimento fondamentale per le comunità locali.
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