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Elettroporazione cardiaca, aritmie trattate con successo

Elettroporazione Cardiaca

All’interno del Policlinico Rodolico, l’Unità Operativa Complessa di Cardiologia ha recentemente introdotto una nuova tecnica per il trattamento delle aritmie atriali, denominata “elettroporazione cardiaca”. Questo metodo di ablazione, già presente in diversi ospedali italiani, rappresenta una svolta nel panorama dei trattamenti cardiologici, in quanto garantisce un approccio mininvasivo e altamente mirato, indirizzato a quei pazienti che non traggono beneficio dalle terapie farmacologiche o che presentano elevati rischi di complicanze.

La fibrillazione atriale, caratterizzata da un battito irregolare e caotico, è una delle aritmie più comuni, soprattutto tra gli anziani. Recenti studi, tuttavia, hanno dimostrato un aumento significativo dei casi anche in soggetti più giovani, a causa dell’invecchiamento della popolazione e del cambiamento dello stile di vita. Questa condizione può portare a gravi conseguenze, come l’ictus o lo scompenso cardiaco, rendendo necessario un intervento tempestivo e sicuro.

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L’équipe medica, coordinata dal professor Davide Capodanno, ha completato con successo i primi interventi di elettroporazione cardiaca. I pazienti hanno potuto lasciare l’ospedale nel giro di poche ore dall’operazione. Tra i cardiologi coinvolti nella procedura vi erano Daniela Dugo, Paolo Zappulla e Angelo Di Grazia, coadiuvati dall’anestesista Luca Vitale. Inoltre, il professor Stefano Bordignon, elettrofisiologo di fama internazionale proveniente da Francoforte, ha supervisionato gli interventi su invito dei cardiologi locali.

L’elettroporazione cardiaca utilizza un campo elettrico pulsato ad alta intensità per colpire con precisione le cellule cardiache responsabili delle anomalie ritmiche, evitando di coinvolgere tessuti circostanti come l’esofago, i nervi o i vasi sanguigni. Questo approccio innovativo si differenzia dai precedenti metodi di ablazione, come la radiofrequenza e il pallone criogenico, per la maggiore sicurezza e l’assenza di effetti collaterali significativi. La strumentazione utilizzata, costituita da sonde e piccoli cateteri, viene inserita attraverso le vene femorali, raggiungendo le aree cardiache interessate.

Un ulteriore vantaggio di questa tecnica è rappresentato dalla riduzione dei tempi operativi: la durata complessiva della procedura, dalla sedazione iniziale alla conclusione, è di circa 45 minuti, un miglioramento del 30% rispetto ai metodi tradizionali. La sedazione è generalmente più profonda rispetto alle tecniche precedenti, con il paziente che rimane in uno stato di incoscienza pur respirando autonomamente. Ogni trattamento è personalizzato sulla base delle esigenze specifiche del paziente, il quale partecipa attivamente alla scelta della procedura più idonea, sotto la guida del personale sanitario esperto.

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