Favoreggiamento e peculato, Meloni indagata: «Non sono ricattabile»
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha annunciato di essere indagata per favoreggiamento e peculato, in relazione alla gestione del caso del comandante libico Najeem Osema Almasri Habish. Insieme a lei, risultano indagati anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il sottosegretario Alfredo Mantovano. L’inchiesta, avviata dalla Procura di Roma sotto la direzione di Francesco Lo Voi, riguarda l’arresto, la scarcerazione e il successivo rimpatrio del comandante libico con un volo di Stato.
Meloni ha reso pubblica la notizia attraverso i social, definendo l’indagine un tentativo di pressione politica e affermando di non essere «ricattabile». Ha inoltre sottolineato che l’avviso di garanzia non la fermerà, ribadendo l’impegno per la riforma della giustizia, in particolare per la separazione delle carriere tra magistrati inquirenti e giudicanti.
La reazione della maggioranza è stata immediata e compatta. Matteo Salvini e Antonio Tajani hanno definito l’iniziativa giudiziaria una «ripicca» legata alla riforma in discussione in Senato. Barbara Berlusconi ha parlato di «giustizia a orologeria». Il governo ritiene che l’indagine non sia dovuta, sostenendo che casi simili non abbiano portato a procedimenti nei confronti di altri esponenti politici, ad esempio per la gestione delle carceri.
L’Associazione nazionale magistrati ha precisato che l’iscrizione nel registro degli indagati è un «atto dovuto» previsto dalla legge, con immediata trasmissione degli atti al Tribunale dei ministri. Tuttavia, nel centrodestra prevale la convinzione che si tratti di un attacco politico volto a indebolire l’esecutivo.
L’inchiesta ha avuto conseguenze anche sui lavori parlamentari. Piantedosi e Nordio, che avrebbero dovuto riferire in aula sul caso Almasri, hanno rinviato il loro intervento. Secondo il governo, il comandante libico è stato espulso perché ritenuto pericoloso, mentre Meloni ha evidenziato che il mandato di cattura della Corte penale internazionale è arrivato solo dopo il suo arrivo in Italia, nonostante un precedente soggiorno in altri Stati europei.
La premier ha inoltre attaccato Luigi Li Gotti, l’avvocato che ha presentato la denuncia, ricordando il suo passato nel governo Prodi e come difensore di collaboratori di giustizia legati alla criminalità organizzata. Ha ribadito che il suo governo proseguirà il proprio percorso senza farsi intimidire. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha definito l’opposizione giudiziaria come il principale ostacolo politico dell’esecutivo, mentre il viceministro Francesco Paolo Sisto ha chiesto una rapida archiviazione dell’inchiesta.
© Riproduzione riservata.
🎁👉 PROVA GRATIS AMAZON PRIME 👈🎁