Frode fiscale su orologi di lusso, sequestri della Guardia di Finanza
Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Messina, in collaborazione con l’Ufficio delle Dogane locale, ha condotto un sequestro preventivo di beni per reati di evasione fiscale riguardanti l’IVA, al termine di un’indagine approfondita su una nota società messinese attiva nel settore degli orologi di lusso usati. Le verifiche, coordinate dal Gruppo Operativo Regionale Antifrode (G.O.R.A.) della Direzione Territoriale VII – Sicilia dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, si sono focalizzate sulla regolarità degli scambi intracomunitari, risultando decisive nell’individuare pratiche illecite a danno del sistema tributario e del mercato legale.
Le indagini hanno permesso di rilevare che la società in questione importava orologi usati da Hong Kong tramite una ditta di Caserta, evitando di pagare l’IVA in dogana grazie a benefici agevolati ottenuti indebitamente. I beni venivano subito rivenduti a due società costituite appositamente in Polonia e Spagna, rientrando poi in Italia lo stesso giorno, ma con documentazione che indicava l’IVA come già assolta. Questa pratica consentiva l’applicazione del regime IVA del margine, specifico per la vendita di beni usati e finalizzato a evitare doppie imposizioni. L’evasione fiscale risultava così facilitata, senza alcun pagamento effettivo dell’IVA in dogana e con danni economici per l’Erario.
Nel corso delle verifiche, è emerso anche il contrabbando di un orologio ROLEX, acquistato a Gibilterra senza dichiarazione doganale. Tale comportamento illecito ha portato alla segnalazione per reati di “dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici” e contrabbando, con l’ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari che ha disposto il sequestro preventivo “per equivalente” per un valore di circa 2,4 milioni di euro. Il provvedimento, basato su accuse ancora in fase preliminare, conferma l’impianto accusatorio della Procura della Repubblica, soggetto però alla presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva, come garantito dall’art. 27 della Costituzione.
L’azione preventiva si è concretizzata nel sequestro dei conti correnti della società messinese e del suo legale rappresentante, estendendosi anche ai beni di un altro soggetto titolare della ditta individuale di Caserta coinvolta. L’intervento della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli si inserisce così in una strategia più ampia di tutela delle finanze pubbliche, mirata a reprimere le frodi fiscali più insidiose e a garantire parità di concorrenza per le aziende e contribuenti che rispettano le normative vigenti. La misura cautelare può essere comunque oggetto di ricorso e modifiche nei successivi gradi di giudizio, nel rispetto del diritto di difesa.
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