Cronaca

La Polizia smantella a Catania rete di strozzini, tassi fino al 490%

Polizia di Stato

Smantellata rete di prestiti a strozzo: operazione “Sotto Traccia” della Polizia di Stato di Catania.

Il 16 maggio 2023, su disposizione della Procura Distrettuale della Repubblica, la Polizia di Stato di Catania ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura coercitiva, emessa l’8 maggio dal G.I.P. del Tribunale di Catania, nei confronti di nove indagati: Orazio Di Mauro (classe 1956), Orazio Francesco Di Mauro (classe 1977), Giuseppa Giuffrida (classe 1944), Rosa Adriana Licciardello (classe 1948), Giovanni Longo (classe 1958), Carmelo Musumeci (classe 1969), Gaetano Sutera (classe 1955), Luigi Ventura (classe 1961) e Giuseppina Bergamo (classe 1965).

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I prestiti concessi, solitamente di piccole somme comprese tra 1.000 e 2.000 euro, venivano offerti con estrema facilità a coloro che avevano difficoltà ad accedere al sistema di credito tradizionale. Tuttavia, una volta ottenuti i soldi, venivano applicati tassi d’interesse usurai che potevano raggiungere l’incredibile cifra del 490% annuo. In pratica, su un prestito di mille euro, potevano essere richiesti indietro anche trentamila euro in tempi estremamente brevi.

Le rate di pagamento, settimanali o mensili a seconda delle circostanze e degli accordi, erano soggette a variazioni. Tuttavia, il pagamento veniva ottenuto attraverso minacce e anche spiacevoli appostamenti per intimidire le vittime e sottometterle agli usurai. Una costante pressione veniva esercitata sui debitori in diverse forme.

Gli indagati sono accusati di usura ed estorsione, aggravata e continuata. Le indagini, coordinate dalla Procura Distrettuale e eseguite dalla locale Squadra Mobile e dalla Sezione di P.G. della Polizia di Stato della Procura, hanno permesso di acquisire elementi che dimostrerebbero la loro partecipazione, a titolo individuale o in concorso, ai suindicati reati.

Le indagini hanno avuto origine dalle dichiarazioni di una parte offesa costretta, per far fronte a debiti di gioco, a rivolgersi a soggetti che praticavano tassi usurari elevati, provocando il depauperamento del suo patrimonio economico ed immobiliare. Le pressioni esercitate su di lei per adempiere ai debiti contratti includono minacce ed appostamenti sotto casa.

Le indagini hanno inoltre portato alla luce un sistema sommerso di prestiti illeciti che coinvolgeva ulteriori soggetti dediti a questa attività delittuosa. Le dichiarazioni delle circa venti persone offese che hanno collaborato con gli inquirenti hanno rappresentato una delle principali fonti di prova per l’accusa.

Nel corso delle indagini sono state eseguite perquisizioni che hanno consentito di rafforzare il materiale probatorio, con il sequestro di denaro liquido, libri contabili e vari titoli di credito. Su richiesta del Pubblico Ministero, il Giudice per le indagini preliminari ha disposto la custodia in carcere per tutti gli indagati tranne Giuseppina Bergamo, destinataria della misura degli arresti domiciliari. Le misure restrittive sono state eseguite nella mattinata del 16 maggio, con il trasferimento degli arrestati presso la locale Casa Circondariale.

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