Limite di velocità a 30 km/h: l’Italia è divisa sull’efficacia della misura
Le città italiane stanno affrontando un acceso dibattito sulla questione dei limiti di velocità a 30 km all’ora. Il ministro Salvini ha sollevato la polemica criticando la decisione di Bologna di estendere questo limite non solo alle strade del centro, ma anche alle zone periferiche. Mentre alcuni vedono questa scelta come un modo per migliorare la sicurezza stradale e ridurre l’impatto ambientale, altri ritengono che possa comportare un aumento dei tempi di percorrenza e influire negativamente sull’economia e la qualità della vita.
Il 36% vive in Comuni con zone a 30 km/h, il 43% in Comuni senza tali limiti, mentre oltre il 20% non è sicuro dell’esistenza di queste zone. Le città del Nord e i grandi centri sembrano essere più propensi ad adottare questa misura.
I vantaggi principali sono la riduzione degli incidenti mortali per pedoni e ciclisti, secondo il 55% degli intervistati. Tuttavia, solo il 32% ritiene che ciò porti a una diminuzione dei consumi di carburante o elettricità, e solo il 26% pensa che influisca positivamente sull’inquinamento.
Per quanto riguarda gli svantaggi, la percezione comune è che i limiti rallentino il traffico e allunghino i tempi di percorrenza per i lavoratori e gli studenti (64%). Inoltre, il 58% crede che questa misura sia principalmente un modo per i Comuni di aumentare le entrate. Le opinioni divergono sulla possibilità che la riduzione della velocità possa distrarre i conducenti.
Le differenze emergono tra i residenti in Comuni con limiti a 30 km/h e coloro che utilizzano frequentemente auto e moto.
Infine, la maggioranza ritiene che la decisione spetti ai singoli Comuni, mentre il 32% preferirebbe una legge nazionale. In conclusione, la questione dei limiti di velocità a 30 km all’ora è divisiva, con punti di vista contrastanti, ma sembra che chi ha già sperimentato questa misura la apprezzi, nonostante i problemi evidenziati.
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