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Minadeo: l’assistente infermiere non risolve problemi della Sanità

Alessio Minadeo Confintesa Sanità

L’8 agosto scorso, il Ministero della Salute ha pubblicato un decreto, attualmente in attesa del via libera della Conferenza Stato-Regioni, che prevede l’introduzione nel Sistema Sanitario Nazionale (SSN) della figura dell'”assistente infermiere”. Tale iniziativa fa seguito alla proposta di legge avanzata dal senatore Massimiliano Romeo della Lega, la quale, all’articolo 14, stabilisce l’inserimento di questa nuova figura professionale.

Confintesa Sanità, attraverso il suo Vice Segretario Nazionale Alessio Minadeo, ha espresso una posizione critica nei confronti di questa decisione, definendo l’assistente infermiere come un “ibrido” tra l’infermiere e l’Operatore Socio Sanitario (OSS). Secondo Minadeo, questa figura non rappresenta una risposta adeguata alle attuali criticità del sistema sanitario pubblico. “Ancora una volta – sostiene Minadeo – la politica dimostra di non conoscere la realtà quotidiana dei lavoratori negli ospedali, fatta di sovraccarichi lavorativi, aumento delle responsabilità professionali, assenza di adeguamento salariale agli standard europei e una richiesta crescente di standard assistenziali e formativi più elevati”.

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Confintesa Sanità denuncia inoltre una cronica carenza di personale sanitario e socio-sanitario che, in molti casi, spinge i professionisti a dimettersi o a trasferirsi all’estero, fenomeno che si riflette in un calo delle iscrizioni ai corsi di laurea per infermieri. Invece di rendere più attrattiva la professione infermieristica attraverso aumenti salariali, nuove assunzioni e investimenti nella formazione, le istituzioni – prosegue Minadeo – “hanno scelto di creare ulteriore confusione con una nuova figura professionale che, sebbene utile alla sanità privata, non contribuirà a risolvere i problemi del settore pubblico, anzi, rischierà di accentuare le divisioni e il malcontento tra i lavoratori”.

Secondo Confintesa, questa nuova figura potrebbe risultare utile solo per alcuni segmenti della sanità privata, ma non affronta le reali necessità della sanità pubblica, aggravando le già complesse dinamiche interne al settore.

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