Operazione contro il contrabbando di sigarette, 16 arresti a Palermo
Nelle prime ore della mattinata odierna, i finanzieri del Comando Provinciale di Palermo hanno eseguito un’ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale di Palermo su richiesta della Procura Europea (EPPO – European Public Prosecutor’s Office). Il provvedimento ha portato all’applicazione di misure cautelari personali e reali, con 14 arresti in carcere, 2 ai domiciliari e il sequestro di beni per oltre un milione di euro.
Per ulteriori sette indagati, la misura cautelare sarà valutata successivamente all’interrogatorio preventivo, come previsto dall’articolo 291 c.1 quater c.p.p., introdotto dalla Legge 114/2024. Contemporaneamente, sono state effettuate perquisizioni nelle abitazioni e in altri luoghi riconducibili agli indagati, accusati di associazione a delinquere transnazionale finalizzata al contrabbando di sigarette.
Le operazioni hanno interessato le province di Palermo, Trapani e Napoli, consentendo di ricostruire due organizzazioni criminali transnazionali. La prima, guidata da un cittadino tunisino, operava tra Marsala, Mazara del Vallo e Petrosino, importando sigarette di contrabbando dalla Tunisia tramite imbarcazioni da pesca. La seconda, diretta da un palermitano, acquistava sigarette provenienti dal Nord Africa e dall’Est Europa, avvalendosi della mediazione di tre napoletani. I prodotti venivano stoccati in magazzini situati in aree ad alta densità criminale per poi essere distribuiti capillarmente nella provincia di Palermo.
Le indagini, durate due anni, hanno portato a 7 arresti in flagranza e al sequestro di 22 tonnellate di sigarette di contrabbando di noti marchi, tra cui Marlboro e Chesterfield. Il profitto illecito stimato ammonta a 4 milioni di euro, con un danno agli interessi dell’Unione Europea di circa 850.000 euro. L’attività investigativa si è avvalsa della cooperazione internazionale, coinvolgendo gli uffici EPPO di Germania, Slovenia, Bulgaria, Croazia e Romania.
È stata inoltre accertata una sproporzione tra i beni posseduti dagli indagati e la loro capacità reddituale, portando al sequestro preventivo di beni mobili e immobili per un valore complessivo di un milione di euro.
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