Reddito di Cittadinanza: 4000 a Messina senza sussidio sociale
Esclusi dal Reddito di Cittadinanza, i messinesi rischiano di restare invisibili e senza aiuto sociale.
Il nuovo provvedimento del governo nazionale ha causato il taglio del Reddito di Cittadinanza per quasi 4.000 persone a Messina. La Cgil Messina esprime preoccupazione per l’esclusione di lavoratori poveri e ultracinquantenni dal sostegno sociale, chiedendo potenziamento dei servizi territoriali.
Il provvedimento del governo nazionale sul Reddito di Cittadinanza ha scatenato un effetto domino nella provincia di Messina, colpendo quasi 4.000 persone. La Cgil Messina ha denunciato che 3.937 cittadini hanno ricevuto un SMS dall’Inps che li informava di non ricevere più il reddito di cittadinanza a partire da agosto. Queste persone, comprese tra i 18 e i 59 anni, non hanno membri minori, disabili o ultracinquantenni all’interno del nucleo familiare e, nonostante le difficili condizioni economiche, sono ritenute occupabili e quindi escluse dal sussidio.
La Cgil Messina ha espresso preoccupazione riguardo al rischio di colpevolizzare i poveri e punirli per la loro condizione di disagio, sottolineando che molti lavoratori poveri, precari e part-time potrebbero essere esclusi da ogni forma di sostegno. Inoltre, vi sono numerosi ultra-cinquantenni che hanno perso il lavoro e trovano difficoltà a rientrare nel mercato del lavoro. Allo stesso modo, molte persone tra i 19 e i 59 anni, con bisogni sociali, sanitari o educativi, non possono semplicemente affidarsi a corsi di formazione per superare la povertà e trovare lavoro.
La situazione a Messina è critica, con 24.445 nuclei familiari che, al 31 dicembre 2022, ricevevano il reddito di cittadinanza, coinvolgendo complessivamente 53.258 persone. La Cgil Messina sostiene che non si possa togliere loro un sostegno dignitoso senza potenziare i servizi sociali e per l’occupazione, che dovrebbero essere in grado di fornire supporto e accompagnare verso la piena autonomia. Inoltre, considerando il contesto caratterizzato da desertificazione produttiva e mancanza di opportunità lavorative, i servizi sociali e i centri per l’impiego non possono fare miracoli.
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