Cronaca

Reddito di cittadinanza, truffa da 200mila euro  32 denunce a Palermo

Guardia di Finanza

Reddito di cittadinanza, furbetti incastrati dalle fiamme gialle di Palermo.

La Guardia di Finanza di Palermo dopo accurate indagini ha scoperto 32 persone che percepivano il reddito di cittadinanza illegittimamente sequestrando oltre 200 mila euro.

CanaleSicilia

La Guardia di Finanza di Palermo ha portato a termine una complessa operazione contro i furbetti del reddito di cittadinanza, smascherando 32 persone che percepivano illecitamente il sussidio statale. Le indagini condotte dal 2° Nucleo Operativo Metropolitano hanno permesso di far emergere numerose irregolarità nelle domande presentate da alcuni soggetti condannati definitivamente per gravi reati. Questa condizione impedirebbe loro di ricevere il reddito di cittadinanza, eppure queste persone lo percepivano ugualmente in modo diretto o attraverso i familiari.

Acquisite le necessarie prove, le Fiamme Gialle hanno segnalato i responsabili alla Procura di Palermo. Il magistrato ha quindi emesso un decreto urgente di sequestro preventivo, convalidato dal GIP. In esecuzione del provvedimento sono stati sequestrati oltre 200 mila euro tra conti correnti, automobili e immobili riconducibili ai truffatori.

L’operazione testimonia ancora una volta il ruolo fondamentale della Guardia di Finanza nel contrasto ai comportamenti illeciti di chi intende beneficiare indebitamente di sussidi statali. Si tratta di fondi sottratti alle fasce più deboli della popolazione, che hanno realmente bisogno di un sostegno economico da parte dello Stato. La tolleranza verso questi reati è pari a zero, e le Fiamme Gialle continueranno a vigilare affinché i soldi pubblici vengano destinati a chi ne ha effettivamente diritto.

Sventare questo tipo di truffe significa anche garantire credibilità alle istituzioni e fiducia ai cittadini. L’azione delle forze dell’ordine serve infatti da deterrente contro ogni forma di illegalità, lanciando un messaggio chiaro: chi sgarra viene punito. In un periodo in cui molte famiglie fanno fatica ad arrivare a fine mese, episodi come questo alimentano purtroppo sfiducia e malessere sociale. Motivo in più per reprimere con fermezza simili comportamenti e assicurare i colpevoli alla giustizia.

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