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Ridurre costi sanitari siciliani, confronto tra pubblico e privato

Barbara Cittadini

Barbara Cittadini, presidente dell’Aiop Sicilia e vicepresidente nazionale dell’associazione, ha sottolineato la necessità di un confronto per abbattere i costi della mobilità passiva dei pazienti siciliani. Molti di questi scelgono di curarsi in altre regioni italiane, nonostante le strutture dell’Isola offrano cure per le stesse patologie, con l’obiettivo di ridurre il saldo negativo nella mobilità sanitaria. Una recente analisi del Dipartimento Pianificazione Strategica dell’assessorato regionale della salute ha rivelato che, nonostante il saldo negativo persista nel 2023, si è registrato un miglioramento rispetto al 2019, grazie al contributo del settore privato del Sistema sanitario regionale.

Tuttavia, la migrazione verso il Nord Italia riguarda patologie come interventi ortopedici alla colonna e protesi, chirurgia bariatrica per l’obesità, trapianti di midollo osseo e operazioni di cardiochirurgia. Nonostante la presenza di strutture siciliane idonee a trattare queste patologie, i pazienti continuano a recarsi altrove in cerca di risposte tempestive. Questi spostamenti comportano un aumento dei costi per la Regione Sicilia, poiché le tariffe sanitarie nelle altre regioni risultano più elevate.

CanaleSicilia

In una dichiarazione, Barbara Cittadini ha ribadito la disponibilità dell’Aiop, in qualità di componente di diritto privato del SSR, a collaborare con le autorità sanitarie per sviluppare una sinergia tra pubblico e privato. Questo consentirebbe ai pazienti di essere curati in Sicilia, evitando i disagi dei lunghi viaggi e contribuendo alla riduzione dei costi regionali.

“Esistono strutture private accreditate con il SSR che offrono servizi di eccellenza – ha aggiunto la Cittadini – come la chirurgia bariatrica, con oltre 1400 interventi annui, e altre specialità complesse, ma tali strutture sono limitate da tetti di spesa, impedendo loro di soddisfare tutta la domanda.” Nonostante questi vincoli, le strutture private siciliane continuano a rappresentare una risorsa importante per ridurre la migrazione sanitaria e i relativi costi per la Regione Sicilia.

© Riproduzione riservata.

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