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Trapani inaugura ambulatorio pubblico per disforia di genere

Ambulatorio Disforia Trapani

Un nuovo approccio all’assistenza sanitaria per la disforia di genere è stato avviato dall’Azienda sanitaria provinciale di Trapani. Lo ha annunciato il direttore del Dipartimento di Salute Mentale, Gaetano Vivona, durante il convegno “Identità e consapevolezza di sé”, svoltosi presso il chiostro San Domenico, a Trapani, alla presenza degli studenti delle ultime classi degli istituti superiori della provincia.

Vivona ha precisato che Trapani è una delle tre realtà siciliane dove è attivo un ambulatorio pubblico dedicato alla disforia di genere. La struttura dispone di un’equipe multidisciplinare che si occupa di accoglienza, supporto psicologico, diagnosi e avvio delle terapie ormonali. È inoltre in fase di definizione una collaborazione con il Policlinico di Palermo per interventi di chirurgia plastica per la transizione di genere presso l’ospedale di Salemi.

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Nel corso dell’incontro, la psicologa Viviana Catania ha illustrato gli esiti della ricerca “Identità e consapevolezza di sé”, condotta su un campione di 272 studenti tra i 17 e i 19 anni. Il questionario somministrato ha raccolto dati su percezione dell’identità di genere, disagio psicologico e benessere psichico. L’indagine è stata svolta con il supporto della startup Geen, attiva nell’uso dell’intelligenza artificiale per la promozione della salute di genere.

Secondo Catania, “coloro che hanno una disforia di genere sono coloro che vivono un disagio psicologico legato alla loro identità che non corrisponde al sesso di nascita”. Dallo studio emerge che i ragazzi esprimono una maggiore sicurezza nella propria identità, mentre tra le ragazze le risposte risultano più articolate.

Una ventina di studenti ha preferito non rispondere, fatto che gli esperti attribuiscono a un’incertezza rispetto alle categorie tradizionali.

Il progetto prevede l’integrazione di una sezione online dedicata all’ambulatorio sul sito ASP, con un assistente virtuale anonimo sviluppato da Geen, come spiegato dalla cofondatrice Giulia Marchese. L’iniziativa sarà completata da corsi di formazione per il personale socio-sanitario e attività educative rivolte a scuole e comunità locali.

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